Calcificazione della arteria coronarica per guidare un approccio personalizzato basato sul rischio per l'inizio e l'intensificazione della terapia antipertensiva
L'utilizzo del rischio di malattie cardiovascolari aterosclerotiche ( ASCVD ) per personalizzare gli obiettivi del trattamento per la pressione arteriosa sistolica ( SBP ) è un argomento di crescente interesse.
Uno studio ha valutato se il calcio coronarico ( CAC ) possa guidare ulteriormente l'assegnazione dell’intensità del trattamento anti-ipertensivo.
Sono stati inclusi 3.733 partecipanti dello studio MESA ( Multi-Ethnic Study of Atherosclerosis ) con pressione sistolica tra 120 e 179 mm Hg.
All'interno di sottogruppi classificati sia dalla pressione sistolica ( 120-139 mm Hg, 140-159 mm Hg e 160-179 mm Hg ) sia dalla stima del rischio ASCVD a 10 anni ( utilizzando le equazioni American College of Cardiology / American Heart Assocation ), sono stati confrontati gli hazard ratio aggiustati per le multivariabili per l'esito composito di ASCVD incidente o insufficienza cardiaca dopo ulteriore stratificazione per CAC ( 0, 1-100, o superiore a 100 ).
È stato stimato il numero necessario da trattare a 10 anni per un obiettivo intensivo di pressione sistolica di 120 mm Hg applicando il beneficio del trattamento registrato in meta-analisi per i tassi di eventi all'interno degli strati di calcificazione coronarica.
L'età media era di 65 anni, e 642 eventi compositi hanno avuto luogo nel corso di un periodo mediano di 10.2 anni.
Nelle persone con pressione sistolica inferiore a 160 mm Hg, il punteggio relativo al calcio coronarico ha stratificato il rischio di eventi.
Ad esempio, tra i soggetti con un rischio ASCVD inferiore al 15% e con pressione sistolica da 120 a 139 mm Hg o da 140 a 159 mm Hg, rispettivamente, sono stati trovati hazard ratio ( HR ) crescenti per gli eventi con CAC da 1 a 100 ( 1.7 o 2.0 ) e CAC superiore a 100 ( 3.0 o 5.7 ), tutti relativi a CAC=0.
Non sono state rilevate associazioni statistiche tra CAC ed eventi quando la pressione sistolica era compresa tra 160 e 179 mm Hg, indipendentemente dal livello di rischio ASCVD.
Il numero necessario da trattare ( NNT ) stimato a 10 anni per un obiettivo di pressione sistolica di 120 mm Hg è variato sostanzialmente secondo i livelli di CAC quando è stato previsto un rischio ASCVD inferiore al 15% e pressione sistolica inferiore a 160 mm Hg ( ad esempio, NNT a 10 anni di 99 per CAC=0 e 24 per CAC superiore a 100, quando pressione sistolica era di 120-139 mm Hg ).
Tuttavia, alcuni partecipanti con rischio di malattia cardiovascolare aterosclerotica inferiore al 5% avevano elevato punteggio CAC.
Inoltre, le stime del numero necessario da trattare a 10 anni erano particolarmente basse e sono variate meno tra gli strati di CAC quando la pressione sistolica era da 160 a 179 mm Hg o quando il rischio ASCVD era uguale o superiore al 15% a qualsiasi livello di pressione arteriosa sistolica.
In conclusione, l'imaging CAC combinato a valutazioni del rischo di malattia cardiovascolare aterosclerotica globale ha il potenziale per guidare obiettivi di pressione sistolica personalizzati ( ad esempio, la scelta di un obiettivo tradizionale di 140 mm Hg o un obiettivo più intensivo di 120 mm Hg ), in particolare tra gli adulti con un rischio ASCVD stimato del 5-15% e pre-ipertensione o ipertensione lieve. ( Xagena2017 )
McEvoy JW et al, Circulation 2017; 135: 153-165
Cardio2017
Indietro
Altri articoli
Controllo della ipertensione e terapia antipertensiva nei pazienti con malattia renale cronica
L'ipertensione è un fattore di rischio importante nella progressione della malattia renale cronica. Anche se l'ipertensione è più diffusa e...
Effetti della terapia antipertensiva combinata con Losartan e Idroclorotiazide sul metabolismo del acido urico
Lo studio JOINT ( Jikei Optimal Anthihypertensive Treatment ) ha originariamente valutato l'effetto di una formulazione con dose fissa di...
Terapia antipertensiva: Idroclorotiazide a dosaggi standard meno efficace rispetto ad altri farmaci
Una meta-analisi ha mostrato che il diuretico Idroclorotiazide produce un effetto sulla pressione sanguigna inferiore rispetto ad altre classi di...
Nessun beneficio dalla terapia antipertensiva aggressiva nei pazienti con diabete mellito di tipo 2 e ad alto rischio cardiovascolare
Non c’è nessuna evidenza da studi randomizzati a supporto della strategia di riduzione della pressione sistolica al di sotto di...
Richio di iperkaliemia nei pazienti non-diabetici con malattia renale cronica in terapia antipertensiva
L'incidenza e i fattori associati all’iperkaliemia in pazienti con malattia renale cronica trattati con inibitori dell'enzima che converte l'angiotensina (...
I più bassi valori di emoglobina durante terapia antipertensiva sono associati a più alta incidenza di mortalità generale e di eventi cardiovascolari
L’importanza prognostica dell’emoglobina nei pazienti con ipertensione e ipertrofia ventricolare sinistra è controversa.I Ricercatori dello studio LIFE ( Losartan Intervention...
Studio HOT: la terapia antipertensiva con Ace inibitore e calcioantagonista da preferire nei pazienti trattati contemporaneamente con Sibutramina
Le attuali lineeguida nel trattamento dell'ipertensione non forniscono specifiche raccomandazioni per i pazienti obesi con ipertensione.Ricercatori del Charité-Universitatsmedizin a Berlino...
La regressione dell’ipertrofia ventricolare sinistra durante terapia antipertensiva riduce la probabilità di eventi cardiovascolari maggiori
L’ipertrofia ventricolare sinistra evidenziata mediante ECG rappresenta un predittore significativo di morbidità e di mortalità cardiovascolare.I Ricercatori dello studio LIFE...
La terapia antipertensiva può ridurre il rischio di malattia di Alzheimer nei pazienti con allele APOE-epsilon 4 ed alti valori di pressione sistolica
Ricercatori del Karolinska Institutet e del Stockholm Gerontology Research Center a Stoccolma in Svezia, hanno verificato l’ipotesi di un’interazione...